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SUINICOLTURA
12.09.2025 - 11:12
È una nuova tegola sulla testa dei suinicoltori mantovani quella che si abbatterà a partire da domani, 10 settembre, con il blocco dell’importazione di prodotti suini europei deciso dalla Cina. L’annuncio è arrivato soltanto ieri.
«Dopo i dazi Usa sui nostri prodotti, l’ingresso invece a zero tariffa delle carni americane e una Pac fortemente penalizzante, l’agricoltura continua a pagare il prezzo dei difficili equilibri internazionali e viene spesso sacrificata in favore di altri settori – è la riflessione amara del presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi – Come ben noto la provincia mantovana è tra i maggiori territori di allevamento di suini in Europa. Le esportazioni verso la Cina erano già calate nettamente a partire dal 2022 con la peste suina africana. Ma ora arriva un altro danno».
L’apertura da parte della Cina di un’indagine antidumping sulle importazioni di prodotti suinicoli provenienti dall’Unione europea rischia di avere conseguenze gravi per il comparto suinicolo mantovano. Confagricoltura Mantova, per questi motivi, esprime forte preoccupazione e giudica inaccettabili queste misure restrittive.
«Inoltre – aggiunge il Presidente nazionale dei suinicoltori di Confagricoltura Rudy Milani - I volumi di carne che non potranno più essere destinati alla Cina dai Paesi europei maggiormente colpiti da eventuali dazi finiranno inevitabilmente per riversarsi sul mercato interno, già sotto pressione, con il rischio di un’ulteriore riduzione dei prezzi».
Il contesto è aggravato da altri elementi: innanzitutto dall’accordo con gli Stati Uniti, che ha rimosso i dazi Ue sulle carni suine americane lasciando però un’imposta del 15% sulle esportazioni europee verso gli USA. Senza dimenticare il Mercosur, che penalizza fortemente l’agricoltura, senza garantire il principio di reciprocità, cioè il rispetto degli stessi standard produttivi richiesti agli operatori europei anche per i prodotti importati dall’America Latina.
Alla luce di queste criticità, Confagricoltura chiede alla Commissione Europea di rivedere la propria politica commerciale e al Governo italiano di farsi portavoce delle istanze del settore.
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