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CEREALICOLTURA

Cereali e soia in crisi nel Mantovano. Confagricoltura Mantova: «Ecco il "manifesto" per rilanciare il settore»

«Oggi noi cerealicoltori produciamo in perdita. I maiscoltori perdono 400 euro all’ettaro»

Cereali e soia in crisi nel Mantovano. Confagricoltura Mantova: “Ecco il ‘manifesto’ per rilanciare il settore”

L’analisi di un settore in forte crisi, che minaccia prodotti d’eccellenza del Made in Italy agroalimentare, insieme alla proposta di una serie di interventi urgenti allo scopo di arginare il declino e ridare, invece, spinta al comparto. Sono questi i contenuti dell’incontro della sezione allargata provinciale dei produttori di cereali alimentari e foraggeri, che si è tenuta nella sede di Confagricoltura Mantova e da cui è emerso una sorta di vademecum per rilanciare il settore.

Grano, mais e – nonostante non sia un cereale, ma assimilabile per categoria – soia sono in enorme sofferenza, con rilievo particolari alle ultime due coltivazioni. Una condizione drammatica, non solo per i produttori, ma anche per la capacità di autosufficienza dell’Italia, che ora soddisfa meno del 50% del suo fabbisogno di mais ed è costretta a importare un alimento fondamentale, tra l’altro, per le filiere Dop di Grana Padano, Parmigiano Reggiano e prosciutti. Per la soia si scende al 30%.

In picchiata anche le superfici coltivate nella provincia di Mantova che, secondo i dati 2025 dell’Istat sono scese a 59.810 ettari per il mais (-25% rispetto al 2006 quando erano 79.500), 19.186 per il grano tenero (nel 2013 erano 22.050, -13%), 6.715 per il grano duro (-39% rispetto al 2018 quando erano 11.002) e 14.137 per la soia (-26% rispetto ai 19.199 del 2017).

Ecco, quindi, la ricetta – o meglio il ‘manifesto’ – proposto da Confagricoltura Mantova per rilanciare il settore. Interventi da mettere in campo subito perché per recuperare terreno servirà tempo.

«Abbiamo lavorato su una serie di proposte – spiega il presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi – in parte già presentate, nei mesi scorsi, all’Assessore all’Agricoltura e Sovranità Alimentare di Regione Lombardia Alessandro Beduschi (che ci ha ascoltati e ne sta mettendo in pratica alcune), integrandole poi con altri interventi necessari, emersi dal peggioramento dello scenario del mercato e della situazione geopolitica internazionale».

Confagricoltura chiede, quindi:

  1. L’introduzione di un premio accoppiato per i produttori di mais da granella, che vada a sostenere il loro reddito, oggi fortemente in perdita;
  2. Il rafforzamento degli interventi previsti dal ColtivaItalia (il Ddl collegato alla Legge Finanziaria 2026) che, oltre, a sostenere la produzione di grano, introducano un premio per i coltivatori puri di mais che producono i foraggi per le Dop;
  3. Credere nelle sperimentazioni sulle Tea, le tecniche genomiche evolute, che in particolare per il mais, possono consentire di ottenere semi e piantine più forti e resistenti a malattie e cambiamento climatico. Su questo, Confagricoltura plaude all’iniziativa dell’Assessore Beduschi che, accogliendo la richiesta dell’associazione agricola presentata proprio a Mantova in primavera, ha annunciato il prossimo avvio di sperimentazioni su mais e vite, dopo quelle effettuate con successo sul riso;
  4. Cancellare la proposta attuale di revisione della PAC e tornare a offrire il giusto sostegno all’agricoltura europea, in modo che possa produrre il cibo necessario agli abitanti dell’Ue;
  5. Riequilibrare il mercato, ora invaso dall’ingresso di cereali e mais da macro-aree di produzione, come Usa e Brasile, dove vengono impiegati gli OGM, vietati in Italia, e non sempre sono rispettati principi di sostenibilità ambientale a noi, invece, cari. Uno strumento di riequilibrio può essere la revisione della Direttiva Ue sulla deforestazione, che impedirebbe l’ingresso a cereali coltivati in Paesi dove intere foreste vengono disboscate indiscriminatamente.

«Oggi noi cerealicoltori produciamo in perdita – conclude Simone Mazzoni, Presidente della Sezione economica Cerealicoltura da Foraggio di Confagricoltura Mantova – I maiscoltori perdono 400 euro all’ettaro. La diminuzione di superfici coltivate a soia è macroscopica. Serve invertire la tendenza e restituire fiducia agli agricoltori, sia con un sostegno al reddito sia investendo nelle Tea, che per noi sarebbero un aiuto preziosissimo. In caso contrario, il pericolo è vedere, il prossimo anno, un’ulteriore contrazione delle coltivazioni di mais e altri cereali prodotti localmente e un aumento ulteriore, invece, della dipendenza dall’estero, con i rischi che conosciamo».


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