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CEREALICOLTURA

Superfici in aumento per il grano, ma la qualità latita

L'appuntamento da Albaverde: «Serve recuperare le buone pratiche agricole»

Superfici in aumento per il grano, ma la qualità latita

La tradizionale giornata di prove in campo organizzata nelle campagne di Quistello dal centro di raccolta Albaverde, andata in scena pochi giorni fa, è stata l’occasione perfetta per fare il punto sulla campagna 2025 del grano.

Premesso che per parlare di rese e produttività è ancora presto (l’orzo verrà raccolto non prima di 10/12 giorni, mentre per il frumento si andrà a fine mese), è possibile capire però che tipo di annata dovranno affrontare i cerealicoltori mantovani.

In primis va detto che le superfici sono in aumento rispetto alla scorsa campagna (quando, a Mantova, si seminarono 9.640 ettari di grano duro e 20.480 ettari di grano tenero): «Complessivamente – spiega Marco Gorni Silvestrini, consulente per Barilla – per il duro siamo a +6/10% rispetto ad un anno fa, e anche il tenero è in aumento. Ho sentito qualcuno addirittura parlare di +20%, ma quelli sono dati troppo ottimistici».

Frumento in aumento dunque, e a farne le spese sono il mais e la soia: «Negli ultimi anni – spiega Massimo Battisti, responsabile dell’ufficio tecnico di Confagricoltura Mantova – coltivare mais è spesso un affare in perdita, come abbiamo più volte ribadito alle istituzioni. Per tale motivo, i cerealicoltori si stanno rivolgendo sempre di più verso il grano, che al momento offre maggiori certezze».

A patto che si lavori bene: «Quanto vedo in campo in questi giorni – spiega Franco Gobbi, del centro di raccolta Albaverde – non mi fa propendere per l’ottimismo. Le abbondanti piogge invernali e le semine ritardate non hanno giovato, ma ritengo che, sempre più, stiano venendo meno le buone pratiche agricole. Gli agricoltori tendono a rinunciare a qualche operazione colturale e alla difesa dalle malattie, illudendosi di risparmiare. Ho visto molti terreni non preparati adeguatamente o con ristagni: sono fattori che possono far perdere fino al 15/20% a livello di rese e qualità».

«Chi ha lavorato bene negli scorsi mesi – aggiunge ancora Gorni Silvestrini – oggi ne beneficia, ma chi non l’ha fatto è penalizzato da malattie come ruggine gialla e septoria».

Buone pratiche dunque, senza dimenticare le potenzialità di una filiera come MantoGrano che, oltre ad essere al 100% Made in Mantova, garantisce ai produttori aderenti una premialità aggiuntiva di 1,5 €/q.


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