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COLTIVAZIONI
29.12.2025 - 11:59
Dinamiche internazionali che, dai tavoli dei concordati in Unione Europea, si riflettono direttamente sulle campagne mantovane. E preoccupano non poco. Sono quelle che riguardano il comparto del riso, le cui varietà tipiche mantovane come Vialone Nano e Carnaroli – secondo la denuncia dei risicoltori di Confagricoltura Mantova - soffrono la massiccia concorrenza dei risi stranieri, in particolare dall’Oriente, con il rischio concreto che nei prossimi anni sempre più coltivatori abbandonino o riducano questa produzione per dedicarsi ad alternative più redditizie.
Il recente accordo (dicembre 2025) raggiunto in sede di negoziato informale (il cosiddetto “trilogo”) tra Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione UE sulle clausole di salvaguardia per le importazioni di riso in Europa, è deludente e non tutela i produttori europei, poiché la soglia per l'attivazione è troppo alta, lasciando il settore vulnerabile a massicce importazioni, specialmente da Cambogia e Myanmar.
«L’ingresso sempre più massiccio di riso dall’estero sta avendo effetti concreti e tangibili anche sui risicoltori mantovani. – testimonia Michele Battistello dell’azienda agricola risicola Corte Facchina Piccola, a Nosedole di Roncoferraro - Il problema principale è legato ai prezzi: l’importazione di prodotto a costi molto più bassi, spesso coltivato con standard ambientali, sanitari e sociali diversi da quelli europei, comprime i margini e rende sempre più difficile coprire i costi di produzione».
Prezzi, appunto, in picchiata per le varietà mantovane. Nel novembre di quest’anno il Vialone Nano era quotato ben il 33,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre il Carnaroli ha subito un ribasso del 20%. Ribassi che si giustificano solo in piccola parte con il fatto che il 2024 era stata un’annata negativa dal punto di vista climatico, mentre il 2025 ha dato un raccolto qualitativamente e quantitativamente positivo.
«Negli ultimi anni diversi risicoltori mantovani hanno iniziato a interrogarsi sulla sostenibilità economica della coltura del riso. – aggiunge Battistello - In alcuni casi si è già assistito a una parziale riconversione verso altre colture, o quantomeno a una diversificazione degli investimenti, proprio per ridurre il rischio legato a un mercato sempre più instabile».
«Personalmente, come molti colleghi, ho dovuto valutare con maggiore prudenza ogni scelta: dagli investimenti in innovazione fino alla programmazione delle superfici da destinare a riso. Se l’Unione Europea dovesse continuare a consentire soglie di importazione così elevate, senza introdurre strumenti efficaci di tutela e reciprocità, il rischio è che la risicoltura europea – e mantovana in particolare – perda progressivamente competitività. Non si tratta di chiudersi al commercio internazionale, ma di garantire condizioni eque, che riconoscano il valore della qualità, della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale che caratterizzano il nostro riso».
«Guardando al futuro, credo che esista un rischio reale per la persistenza della coltivazione del riso nel Mantovano. Parliamo di un territorio con una tradizione risicola lunga e profondamente radicata, che ha modellato il paesaggio, l’economia e l’identità locale. Senza politiche adeguate e senza una maggiore attenzione alle ricadute concrete sui produttori, questa tradizione potrebbe lentamente indebolirsi. Difendere la risicoltura mantovana significa non solo tutelare un settore agricolo, ma preservare un patrimonio storico e culturale che merita di avere un futuro».
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