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CONSUMO SUOLO

Fotovoltaico a terra su suolo agricolo: a Mantova a rischio la produzione di cibo

La nostra denuncia: maxi progetti al vaglio per 326 ettari, toglierebbero spazio a cereali per nutrire decine di migliaia di persone

Fotovoltaico a terra su suolo agricolo: a Mantova a rischio la produzione di cibo

Un netto “no” all’approvazione di ulteriori maxi impianti di pannelli fotovoltaici a terra su suolo agricolo nella provincia di Mantova: a rischio c’è la produzione di cibo necessario al consumo umano e da parte degli animali da allevamento che danno vita alle grandi eccellenze del territorio mantovano. E’ il grido di allarme di Confagricoltura Mantova che – conti alla mano – ha stimato la perdita di cibo che sarebbe causata nella sola provincia di Mantova se i progetti attualmente in fase di valutazione, venissero avallati.

 

Al vaglio della Provincia ci sarebbero, infatti, piani per complessivi 326 ettari. La somma deriva dalle varie proposte presentate da società, spesso con sede fuori Mantova, che vogliono installare impianti fotovoltaici a terra nella nostra provincia. Viste le rese medie del 2025 per le principali coltivazioni, il conto è presto fatto. Se queste superfici fossero ridotte a distese di pannelli fotovoltaici, si impedirebbe di coltivare, per esempio, tra le 2.120 e le 3.300 tonnellate di grano tenero (stimate in base a una resa media nel 2025 di 65-100 quintali per ettaro nel Mantovano), con cui si potrebbe produrre pane per nutrire fino a 81.950 persone all’anno, considerando il consumo pro capite di pane in Italia, secondo dati Istat, pari a 41 kg l’anno.

 

Trecentoventisei ettari di pannelli fotovoltaici toglierebbero, secondo un altro esempio, agli agricoltori la possibilità di coltivare grano duro sufficiente a realizzare fino a 1,6 milioni pacchi di pasta da un kg e coprire, così, il consumo medio annuo di pasta (23 kg pro capite) di circa 72mila persone.

 

Si perderebbero, altrimenti, 21.190 quintali di riso. Visto il consumo pro capite di 5 kg di riso l’anno per gli italiani, si coprirebbe il fabbisogno medio di 423.800 persone.

 

Da non dimenticare, poi, che l’Italia già ora non produce sufficienti cereali per produrre il suo fabbisogno, ma lo copre per solo il 50% ed è costretta a importare il resto. Inoltre, i cereali come grano, mais e orzo sono essenziali all’alimentazione degli animali delle filiere Dop presenti sul territorio mantovano, come Parmigiano Reggiano, Grana Padano e prosciutto. Dop che, da disciplinare, prevedono un determinato quantitativo di foraggio coltivato in zona e che, quindi, riducendo il suolo agricolo coltivabile, sarebbero seriamente a rischio.

 

“Confagricoltura da sempre è interessata alle opportunità offerte dalle energie rinnovabili e al contributo che noi agricoltori possiamo dare alla transizione energetica. – afferma il Presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi – Ma non è così, consumando suolo fertile, che si realizza una transizione sostenibile. I maxi progetti in discussione nel Mantovano come quelli da 22 ettari a Medole, 15 ettari a Campitello, quasi 20 ettari a Casaloldo e 14 ettari a San Giorgio Bigarello vanno bloccati. Purtroppo siamo attualmente in un Far West normativo, che mette a serio rischio la produzione di cibo garantita dall'agricoltura. Confidiamo che l’atteso nuovo Decreto del Ministero dell’Ambiente ponga vincoli seri per tutelare l’agricoltura e non solo, come accade oggi, le aree vicine a beni culturali o a impianti industriali. Chiediamo a Regione Lombardia di farsi portavoce di questa necessità. I modi per produrre energia pulita in maniera virtuosa esistono e lo dimostriamo con la Cer-Comunità Energetica Rinnovabile di Confagricoltura, in cui i pannelli fotovoltaici vengono installati sui tetti (in Italia si stimano 200.000 ettari di tetti e coperture utilizzabili) o su piccoli appezzamenti del massimo di 1 ettaro, e con i modelli virtuosi di biogas e biometano nelle nostre aziende agricole, che riutilizzano i reflui zootecnici, senza spanderli, per trasformarli in energia pu

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