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EUROPA
17.07.2025 - 13:02
Una proposta di revisione della PAC, la politica agricola comunitaria, che somiglia più a una mazzata (ulteriore) per gli agricoltori e che di “comunitario” non avrà quasi nulla perché tornerebbe a essere fondamentalmente nazionalizzata, con incertezze su governance e composizione dei fondi. Per l’agricoltura mantovana il conto è salato: secondo le previsioni arriverebbero fino a più di 10 milioni di euro in meno all’anno, riduzione che sia aggiunge al già pesantissimo -20milioni di euro all’anno registrato a causa della “sciagurata” formula dell’attuale PAC, entrata in vigore nel 2023 e operativa fino al 2027.
Non può essere che negativa la valutazione di Confagricoltura Mantova sul Quadro finanziario pluriennale dell’Unione Europea (presentato ieri) che per la PAC prevede un taglio del 20% e il ritorno al fondo nazionale.
«In tempi di crisi, inflazione e forte incertezza internazionale anche a causa dei pesanti dazi prospettati dagli Stati Uniti, questa non è di certo la risposta che ci aspettavamo dall’Europa per tutelare l’agroalimentare, sia dal punto di vista economico di tutta la filiera, sia da quello della garanzia di sicurezza e disponibilità di cibo in Europa. Questi tagli indeboliscono l’agricoltura europea e sono inaccettabili», è il commento del presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi che esprime tutta la sua preoccupazione anche per i riflessi sull’economia locale.
«Per Mantova il conto sarà molto salato – prosegue Cortesi – Abbiamo già perso 20 milioni di euro con l’attuale modello della PAC, fortemente penalizzante, che ha ridotto i contributi annuali nella nostra provincia da 87 milioni l’anno a 67. Ora prevediamo un ulteriore taglio tra il 10 e il 15%, quindi almeno 6,7 milioni di euro in meno all’anno e fino a 10,5 milioni».
Tutto questo in un quadro internazionale incerto e in forte evoluzione, di cui non è facile prevedere gli esiti. «Modificare la PAC a due anni dalla sua scadenza è stato un errore – afferma il presidente di Confagricoltura Mantova – Perché i dazi e gli equilibri internazionali sono ancora molto incerti. Non era, quindi, necessario né auspicabile intervenire ora, visto che non sappiamo cosa ci troveremo davanti e cosa sarà più utile fare per tutelare l’agricoltura europea. Di certo, tagliarle i fondi è un grave danno. Un altro errore è la proposta di passare da fondi gestiti a livello comunitario al trasferimento a fondi unici nazionali. La forza della PAC risiede nella sua dimensione comune e nell’obiettivo di garantire sicurezza e accessibilità al cibo in tutta Europa».
Tante le iniziative che l’agricoltura sta mettendo in campo contro i tagli al settore. «Abbiamo aderito alla petizione di Copa-Cogeca e invitiamo tutti gli agricoltori, ma anche i consumatori, a sottoscriverla al link https://nosecuritywithoutcap.eu. Da settembre saremo in piazza a Bruxelles e organizzeremo mobilitazioni e proteste in piazza», conclude Cortesi.
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