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Torna l'incubo influenza aviaria: da metà ottobre 16 casi nel mantovano

«Fondamentale applicare e, se possibile, rafforzare le misure di biosicurezza in allevamento» dice il presidente Cortesi

Torna l'incubo influenza aviaria: da metà ottobre 16 casi nel mantovano

È partita da est, dalle zone di Venezia, Udine, Ferrara e Treviso, e rapidamente si è propagata anche alle nostre latitudini, con la provincia di Mantova e quella di Verona al momento tra le più colpite.

La nuova ondata del virus dell’influenza aviaria, in particolare il sottotipo H5N1, sta destando grosse preoccupazioni tra gli allevatori avicoli del nord-est del mantovano, con numerose positività purtroppo già riscontrate dai veterinari.

I numeri, forniti dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, sono emblematici: da metà ottobre ad oggi nella nostra provincia sono stati 16 i casi rilevati, con le galline ovaiole (11 casi) come specie più colpita, seguita dai tacchini da carne (tre casi), dai broiler e dalle anatre, con un caso per tipo. La prima positività della nuova ondata è stata rilevata l’11 novembre, le più recenti invece risalgono al 5 gennaio scorso, ma i dati sono in costante aggiornamento.

Le misure di contenimento naturalmente sono già state messe in campo, con l’istituzione di zone di protezione, zone di sorveglianza e, soprattutto, con l’abbattimento dei capi coinvolti dall’infezione: «Questa nuova ondata – spiega Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova – naturalmente ci preoccupa, anche alla luce del fatto che i nostri allevatori, nonostante l’altissimo grado di biosicurezza, sono alla mercè di vettori esterni, come gli uccelli selvatici, e di tempi lunghi nell’erogazione dei ristori in caso di abbattimenti. Occorre mantenere altissima l’attenzione».

Su quest’ultimo passaggio Cortesi è categorico: «Le misure di biosicurezza all’interno degli allevamenti devono essere seguite pedissequamente, e anzi rafforzate ove possibile. Tutto quello che può essere fatto in materia, va assolutamente messo in pratica. Ci preoccupano non solo l’aviaria infatti, ma anche patologie come la Psa (suini), la Bluetongue (bovini) o anche l’afta epizootica, un cui caso è stato recentemente riscontrato in un allevamento di bufali in Germania. Occorre che i nostri allevatori, che già fanno moltissimo, compiano un ulteriore sforzo, ne va della loro stessa sopravvivenza».

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