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L'ANALISI
05.06.2023 - 10:42
L’abbondanza di piogge delle scorse settimane ha causato non poche criticità ai produttori di meloni della zona di Sermide, uno dei distretti della provincia di Mantova a più alta vocazione per tale coltura. Le ripercussioni più importanti si avranno certamente sulle quantità, con un calo stimato, per quanto riguarda ovviamente le varietà precoci già seminate, tra il 30 e il 40%.
«Qualche problema c’è stato purtroppo – spiega Dario Merighi, che conduce un centinaio di ettari nella zona di Santa Croce – poiché a causa delle abbondanti precipitazioni l’acqua in molti casi è filtrata all’interno delle serre, e ha mantenuto umido il terreno. In alcune serre abbiamo assistito a moria di piante».
Dal punto di vista della produzione «sicuramente avremo un calo – continua Merighi – perché su certi trapianti, dopo l’allegagione dei primi frutti, non c’è stato seguito. Lo sviluppo si è fermato diciamo, e questo ci porta a dire che un calo, nell’ordine del 20-30%, ci sarà sicuramente».
Dito puntato anche sulla manutenzione di fossi e scoline: «In periodi di siccità come quelli appena trascorsi occorre manutenerli, dal momento che poi, in caso di precipitazioni abbondanti, serve che siano puliti per un corretto deflusso delle acque. Io alcuni lavori li ho fatti preventivamente, e mi è andata bene, ma con 200 millimetri di pioggia caduti in poche ore diventa dura in ogni caso».
Problemi anche a poche centinaia di metri in linea d’aria, alla Lorenzini Naturamica, 400 ettari di melone in pieno campo: «Da noi – spiega Cristiano Lorenzini – non ci sono state coltivazioni finite sott’acqua fortunatamente, e nemmeno grossi problemi con le colture in serra, ma le abbondanti piogge hanno portato a una gestione anomala delle piante in campo aperto. Abituate a un certo clima infatti, si sono trovate “bloccate” a causa delle temperature più basse, e hanno dovuto convivere con malattie fungine come la peronospora, che è quella più pericolosa per il frutto che deve arrivare a corretta maturazione».
Anche per Lorenzini dunque «il calo di produzione stimato è del 35-40%. A pesare, oltre all’acqua, sono state come detto le temperature, dal momento che nel giro di 24-48 ore siamo passati da 14-15 gradi a 26-27, con una forte umidità latente. Tutto ciò ha causato stress alle piante».
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