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PIOPPICOLTURA
22.09.2025 - 11:57
La coltura del pioppo a Mantova cresce e supera i 7mila ettari, trainata dalla forte richiesta di legname per l’industria di trasformazione e da prezzi alla vendita interessanti. Ma serve fare di più per aumentare il peso del settore e avvicinarvi alla copertura del fabbisogno italiano: 2 milioni di metri cubi di legname all’anno, di cui ora la produzione “in casa” soddisfa solo la metà.
È l’opinione di Confagricoltura Mantova che, nei giorni scorsi, ha partecipato alla sottoscrizione dell’accordo per lo sviluppo della filiera del pioppo in 5 regioni: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Friuli Venezia Giulia. La Regione Lombardia, con l’Assessore all’Agricoltura e Sovranità Alimentare Alessandro Beduschi, è la capofila dell’intesa.
«Questo accordo è un punto importante che segue il percorso partito proprio da Mantova, oltre dieci anni fa, finalizzato al rafforzamento della filiera del pioppo e all’aumento della materia prima nazionale destinata all’industria interna del legno, della carta e dell’energia rinnovabile», spiega il Presidente nazionale dell’Associazione Pioppicoltori, e della Sezione Economica di Pioppicoltura e Arboricoltura di Confagricoltura Mantova, Fabio Boccalari, tra i firmatari dell’accordo.
L’obiettivo fissato, quindi, dieci anni fa in un tavolo dedicato alla pioppicoltura, che si è tenuto a Mantova, è stato parzialmente raggiunto visto che in Italia si è passati dai 38mila ettari coltivati a pioppo allora agli attuali 60mila, di cui 26mila solo in Lombardia.
«Il passo avanti fatto, ora, con l’intesa siglata tra le 5 regioni è significativo perché coinvolge direttamente, per la prima volta, i due sistemi di certificazione degli standard forestali PEFC e FSC. – prosegue Boccalari – con la partecipazione del Cluster Italia foreste legno, che si propone come strumento attivo per concretizzare gli obiettivi dell’accordo».
Confagricoltura Mantova spingerà, da ora in poi, per l’applicazione della fase operativa che consiste nella pianificazione delle superfici e nel superamento delle differenze normative tra le Regioni coinvolte, che spesso bloccano gli investimenti su appezzamenti che si estendono su due regioni confinanti.
Inoltre, serve essere decisi in Europa per una valorizzazione del pioppo non solo per le sue potenzialità economiche. Deve passare il concetto che coltivare pioppo è strategico per la sicurezza idrogeologica e per proteggere i territori in caso di piena dei fiumi. Un tema che, in epoca di cambiamento climatico, è imprescindibile.
«La nuova intesa – prosegue Boccalari – intende rafforzare la pioppicoltura in Italia, promuovendo pratiche colturali sostenibili, aumentando la disponibilità di materia prima nazionale, destinando risorse dello sviluppo rurale a nuovi impianti, conciliando produzione e sicurezza idraulica nelle aree golenali, valorizzando i servizi ecosistemici come i crediti di carbonio e comunicando a cittadini e consumatori il ruolo economico e ambientale di questa coltura. Le stime europee lasciano infatti intravedere il rischio che, entro il 2040, la domanda di legno superi di gran lunga la disponibilità naturale, e il pioppo, per le sue caratteristiche di crescita e di qualità del legno, risulta la coltura ideale».
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