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02 Novembre 2022

Giorgia Meloni, neopresidente del Consiglio |
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«Al nuovo governo, e al neoministro per l’Agricoltura Lollobrigida in particolare, chiedo soprattutto di avere massima attenzione ai problemi reali dell’agricoltura. Sono ormai troppi anni che viviamo di promesse e slogan, ora è il tempo della concretezza». Questo l’auspicio del presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi, a pochi giorni dai “sì” incassati a Camera e Senato da parte dell’esecutivo presieduto da Giorgia Meloni.
«Chiediamo massimo impegno anche a livello europeo, soprattutto in ottica riforma Pac, aspetto che ci preoccupa moltissimo. L’Italia ha il dovere di alzare la voce e far sentire le istanze del settore primario. Settore in pericolo anche a causa della direttiva europea che vorrebbe equiparare gli allevamenti ai grandi complessi industriali, sottoponendoli ad AIA. Anche in questo senso dobbiamo lavorare affinchè le nostre produzioni, sane, sicure e di altissima qualità, vengano difese e tutelate, in ogni occasione».
Un altro auspicio condiviso con tutti gli associati di Confagricoltura è legato alla continuità: «Mi auguro – aggiunge Cortesi – che l’esecutivo possa rimanere in carica per cinque anni, dal momento che la mancanza di programmazione a medio termine è un problema con il quale ci siamo trovati troppo spesso a convivere negli ultimi anni. L’agricoltura non può ragionare anno per anno, ha bisogno di politiche che la possano sostenere nel medio-lungo periodo».
E intanto Confagricoltura ha rimarcato l’ottimo esordio del ministro Lollobrigida, su un tema delicato come quello fondi per la promozione commerciale. Senza la posizione assunta dall’Italia infatti, prodotti come vini, carni rosse e derivati avrebbero rischiato un drastico taglio dei finanziamenti, destinati soprattutto alla promozione sui mercati esteri. «Ottimo lavoro da parte del ministro Lollobrigida – ha detto il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – che lascia ben sperare per le prossime sfide. La proposta presentata dalla Commissione Ue infatti rientra in una strategia complessiva che rischia di minare le fondamenta del nostro agroalimentare».

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