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07 Settembre 2022

«Gli scenari che ci attendono a partire dal 2023 sono decisamente preoccupanti, soprattutto alla luce del contesto geopolitico nel quale ci siamo trovati catapultati. Dovremo rimanere compatti e fornire la massima assistenza politica e sindacale alle nostre aziende, sempre in prima linea nel nome di un’agricoltura sana, sicura, innovativa e di qualità. Concetti che dall’Europa metteranno a serio rischio».
Con queste parole il presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi, ha aperto il convegno “Pac 2023-2027: una riforma che non piace”, andato in scena nella sala “Gian Paolo Tosoni”, alla Fiera Millenaria di Gonzaga.
«Le aziende agricole – ha aggiunto Cortesi – dovranno sottostare a nuovi vincoli in materia di sostenibilità ambientale, a fronte però di una riduzione delle risorse a disposizione. E quel che è peggio è che questa riduzione colpirà soprattutto le imprese più propense agli investimenti, all’innovazione e alla creazione di forza lavoro, quelle cioè più trainanti per il settore. Siamo sicuri che la Pac debba andare in questa direzione? Noi non la pensiamo così».
Subito dopo a prendere la parola è stato Vincenzo Lenucci, direttore dell’Area politiche europee e internazionali, competitività e Centro studi di Confagricoltura nazionale: «Definirei preoccupante quanto ci aspetta – ha spiegato – dal momento che i due principali indirizzi della nuova Pac parlano di “meno risorse” e “più obiettivi”, di tipo ambientale, sociale ed economico. Vi è poi il principio della convergenza del valore dei titoli, una maggiore uniformità che porterà a una riduzione delle risorse a disposizione delle aziende, soprattutto nella provincia di Mantova. Contro questa vera e propria deriva ambientalista la nostra Organizzazione è impegnata attivamente presso le sedi comunitarie. Qualche risultato, legato alle deroghe sulla condizionalità, è stato ottenuto, ma si punta a migliorare ulteriormente il quadro, a beneficio dei nostri produttori».
Nel corso della serata, in questo senso, sono stati forniti esempi concreti, di aziende reali mantovane. Ad un’azienda cerealicola e da pomodoro da industria dell’Alto Mantovano da 122 ettari infatti, la nuova Pac porterà un calo del valore dei titoli da 654 €/ha nel 2022 a 302 €/ha nel 2023, fino a 229 €/ha nel 2026. Il totale dei pagamenti disaccoppiati dunque passerebbe dai quasi 80.000 euro del 2022 ai meno di 30.000 del 2026. Stesso discorso per un allevamento di bovini del Medio Mantovano, con 41 ettari e un importo per ettaro pari a 869 €/ha nel 2022. Con il principio della convergenza l’importo nel 2023 passerà a 401 €/ha, e scenderà fino a 304 €/ha nel 2026. Da più di 35.000 euro di premio Pac di quest’anno dunque, si arriverà a poco più di 12.000 euro nel 2026.
Per non parlare poi delle due norme di condizionalità più preoccupanti, vale a dire l’obbligo della rotazione annuale dei seminativi e l’obbligo di destinare almeno il 4% della superficie ad aree non produttive: «In un momento di crisi globale degli approvvigionamenti – ha spiegato Matteo Lasagna, vicepresidente nazionale di Confagricoltura, puntando il dito contro le scelte promosse da alcuni politici, sia europei che italiani – l’Europa va a penalizzare le aziende agricole, rendendole di fatto meno produttive e molto più fragili di fronte allo tsunami che stiamo affrontando. Come Confagricoltura continueremo a far sentire la nostra voce, per tutelare, difendere e promuovere tutti i nostri associati».
 Le slides proiettate dal dottor Vincenzo Lenucci
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