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03 Settembre 2022

Una platea di quasi 50 allevatori di suini ha ascoltato attentamente ogni passaggio del convegno “Suinicoltura: il punto della situazione”, andato in scena sabato 3 settembre nella sala “Gian Paolo Tosoni”, alla Fiera Millenaria di Gonzaga. L’evento ha aperto ufficialmente il calendario di appuntamenti che Confagricoltura Mantova ha organizzato per l’edizione di quest’anno della fiera, da sempre punto di riferimento privilegiato per il sindacato.
Ad aprire i lavori è stato il presidente provinciale della sezione suini di Confagricoltura Mantova, Ferdinando Zampolli, ma la parola è passata subito al dottor Vincenzo Traldi, del dipartimento veterinario dell’Ats Valpadana, che ha relazionato sul delicato tema della Peste Suina Africana: «Il vettore privilegiato della malattia, lo ripetiamo ancora una volta, è il cinghiale, per cui invito caldamente a predisporre un efficiente piano di abbattimento, anche in provincia di Mantova. Al di fuori della Lombardia si è fatto ancora poco. Basti pensare che tra Liguria e Piemonte, dove sono stati ritrovati animali positivi, sarebbero stati necessari circa 35.000 abbattimenti di cinghiali. Ebbene, ne sono stati portati a termine soltanto 3.500».
In Regione Lombardia, entro il mese di luglio 2023, dovranno essere adottate ulteriori misure di biosicurezza in tutti gli allevamenti, tra cui la predisposizione di barriere che impediscano l’avvicinamento di animali selvatici: «Seguiremo le linee guida predisposte dal Mipaaf – ha detto Traldi – e adotteremo un approccio collaborativo con le aziende, a patto che queste adottino quanto richiesto. Anche perché la corretta adozione di quanto detto è l’unico modo per poter far uscire i suini da eventuali zone di restrizione, permettendo così alle aziende non infette di continuare il loro lavoro».
A chiudere la serata è stato Rudy Milani, presidente nazionale della sezione allevamenti suini di Confagricoltura: «I temi sul tavolo sono tanti – ha spiegato – e, oltre alla Psa, ad oggi dobbiamo focalizzarci sulla questione delle genetiche ammesse per le Dop, sul controllo delle partite fuori peso e sulla situazione dei prezzi delle materie prime e dei costi di produzione, vera spada di Damocle che in questo momento pende sulla testa di moltissimi allevatori».

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