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29 Giugno 2022

E alla fine la tanto temuta misura è stata presa. Pochi giorni fa infatti il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ha firmato ufficialmente il decreto, da più parti sollecitato, con il quale si dichiara lo “stato d’emergenza regionale” per la siccità. La misura resterà in vigore fino al prossimo 30 settembre, ed è stata presa a causa della “grave situazione di deficit idrico” e “a sostegno delle popolazione, dell’ambiente e delle attività produttive”.
Il decreto, si legge più nel dettaglio, raccomanda a tutti i cittadini “di utilizzare la risorsa acqua in modo estremamente parsimonioso, sostenibile ed efficace, limitandone il consumo al minimo indispensabile”. Tra le misure straordinarie, anche la concessione ai sindaci di uno schema d’ordinanza (parte integrante del decreto stesso) con il quale sarà possibile imporre ai cittadini forme di risparmio idrico e limitazioni per l’uso dell’acqua potabile “raccomandandone la relativa adozione”. In particolare, l’amministrazione regionale spinge affinchè si disincentivi ogni utilizzo di acqua potabile “diverso da quello alimentare, igienico, sanitario”. Tra le prime conseguenze dunque, stop al riempimento delle piscine, ai lavaggi delle auto e dei cortili, alle innaffiature con acqua d’acquedotto. Ma al tempo stesso potranno essere sospese attività quali il lavaggio delle strade, l’irrigazione dei parchi pubblici e degli impianti sportivi, quali campi da golf, calcio, tennis ecc.).
Sul tema è tornato anche il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio: «In alcune zone non è escluso che un razionamento dell’acqua porti a chiusure dell’erogazione nelle fasce diurne. Bisogna poi fare un distinguo tra stato d’emergenza e stato di calamità, con quest’ultimo che riguarda l’agricoltura. In ogni caso, queste misure non risolvono certo i problemi».
Il governatore Fontana poi è tornato a parlare di agricoltura: «Il decreto prevede che i concessionari delle utenze irrigue diano priorità allo stesso servizio irriguo, tenendo conto delle colture e della loro fase di sviluppo fenologico». Verranno attivate anche campagne di sensibilizzazione nei confronti dei consorziati in regione. È stata chiesta anche al Governo la costituzione di una cabina di regia permanente, congiunta tra lo Stato e le Regioni, per il monitoraggio della crisi idrica a livello nazionale.
E intanto il Governo, come richiesto da Confagricoltura, ha deciso di abbassare il livello del lago d’Idro di un ulteriore metro. Si arriverà a quota 366 metri s.l.m., la quota minima consentita per permettere il naturale deflusso vitale del lago. La misura, per la quale manca solo l’ok definitivo da parte del ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, permetterà di sbloccare risorse preziose per l’agricoltura.

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