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A Revere l'elicicoltura รจ di casa
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30 Maggio 2022


Riccardo Chicconi con alcuni esemplari delle sue chiocciole
Riccardo Chicconi con alcuni esemplari delle sue chiocciole
 
Curiosità, studio e la voglia di far fruttare al meglio i 3 ettari di terreno ereditati dai nonni nelle campagne di Revere. L’avventura imprenditoriale di Riccardo Chicconi inizia da qui circa cinque anni fa, quando ancora abitava a Bologna e faceva l’elettricista. E poi? «Poi la svolta – spiega con orgoglio – perché dopo quattordici anni tra cavi e prese avevo voglia di qualcosa di nuovo. Avevo a disposizione un pezzo di terra di famiglia, e ho iniziato a pensare come poterlo mettere a reddito». Da qui, l’incontro e il colpo di fulmine con l’elicicoltura, l’allevamento di lumache: «Cercavo qualcosa che, con poco terreno, potesse darmi un buon reddito. Mi sono documentato sul web e l’elicicoltura mi ha colpito. L’interesse è cresciuto e ho deciso poi di formarmi del tutto a Cherasco, sede dell’Istituto internazionale di elicicoltura».

Dei tre ettari di cui dispone, Riccardo ne ha dedicata circa la metà all’allevamento. Ha allestito dei recinti, all’interno dei quali coltiva cavolo, bietole e cicoria fresche, prelibatezze da consumare per le lumache, ma anche al tempo stesso piante che, grazie alle loro foglie, proteggono gli animali dai raggi del sole, altrimenti letali. Le lumache infatti (anche se sarebbe più appropriato parlare di chiocciole) si muovono di notte, e Riccardo dunque deve lavorare a orari solitamente inusuali per raccoglierle: «La raccolta avviene manualmente tutti i giorni, a parte il periodo di letargo degli animali, da metà dicembre a febbraio circa. Prima iniziavo alle 4 di notte, oggi, grazie all’installazione di alcuni pannelli isolanti sotto i quali si annidano numerose lumache, posso permettermi di arrivare all’allevamento alle 6 di mattina. Se la mattinata è particolarmente umida, il raccolto è notevole».

Una volta raccolte, le lumache vengono lasciate spurgare in apposite ceste per sette giorni circa, continuando naturalmente ad alimentarle. Al termine dei sette giorni, vengono poi messe in una cella frigo a 3-4° dove, per effetto del freddo, le chiocciole tornano in letargo, sigillando il loro guscio. È quello il momento in cui sono pronte per la vendita: «La destinazione è duplice. Servo numerosi ristoranti della zona, ma la maggior parte le porto di persona a Cherasco. Nel prossimo futuro mi piacerebbe investire nel macchinario per l’estrazione della bava (completamente indolore per gli animali, ndr). Ciò mi consentirebbe, a parità di impegno, di aumentare il mio reddito, dal momento che il mercato dei cosmetici a base di bava di lumaca è decisamente florido».





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