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21 Luglio 2021

In Italia, nel 2020, sono andati consumati quasi 2 m² di terreno al secondo. È questo il primo, allarmante dato che emerge dal rapporto Ispra 2020 relativo al consumo di suolo, pubblicato pochi giorni fa. Nell’ultimo anno, le coperture artificiali hanno “bruciato” nel complesso altri 57 km², in media più di 15 ettari al giorno. Tutto ciò si traduce in una perdita netta di terreno agricolo o naturale pari a 52 km². E le conseguenze sono gravi, dal momento che più cemento significa in primis più calore, con una differenza anche superiore ai 2°C tra aree urbane e aree rurali. Il rapporto Ispra calcola poi che le aree perse dal 2012 avrebbero garantito un approvvigionamento di oltre 4 milioni di quintali di prodotti agricoli (quindi di cibo) e l’infiltrazione di oltre 360 milioni di m³ di acqua piovana. Acqua che ora, scorrendo in superficie, non va più a ricaricare le falde e aumenta anzi la pericolosità idraulica del territorio. Anche la capacità di stoccaggio di carbonio ha subito un duro colpo, con tre milioni di tonnellate di CO2 in meno eliminate dall’atmosfera.
Ma i numeri confermano una situazione preoccupante anche per quanto riguarda la provincia di Mantova. Nel 2020 infatti sono andati persi altri 80 ettari di terreno, portando il totale di suolo occupato a quota 24.712 ettari, vale a dire il 10,5% del totale (pari a circa 233.884 ettari). In altre province, come Brescia (214 ha) e Bergamo (113 ha) il consumo è stato più elevato, ma ciononostante Mantova rimane la prima provincia sia per quanto riguarda il suolo consumato pro capite, con 607,31 m² per abitante, che per quanto riguarda l’incremento di consumo pro capite tra 2019 e 2020, con +1,97 m² per abitante all’anno.
Dando uno sguardo ai singoli comuni, Mantova occupa con il cemento 1.570 ettari (il 25% del totale), 2,40 ettari in più rispetto al 2019. Il comune meno virtuoso in questo senso è stato San Giorgio Bigarello, che ha coperto artificialmente 17,42 ettari nel 2020. Subito dietro troviamo Medole, con 5,69 ettari, e Guidizzolo, con 5,55 ettari. Sono 14 invece i comuni a “consumo zero”, quelli cioè che, tra 2019 e 2020, non hanno fatto registrare suolo consumato. Si tratta di Canneto sull’Oglio, Casalmoro, Casalromano, Dosolo, Mariana Mantovana, Quingentole, Redondesco, San Giovanni del Dosso, San Martino dall’Argine, Schivenoglia, Serravalle a Po, Solferino, Sustinente e Villimpenta.
«Non smetteremo mai di esprimere la nostra preoccupazione – spiega il presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi – per un fenomeno che non accenna a rallentare. Negli ultimi 50 anni a Mantova abbiamo già perso oltre 20.000 ettari di S.a.u. (superficie agricola utilizzabile) e di questo passo il dato dovrà essere aggiornato. All’orizzonte infatti vi sono nuove minacce, come l’autostrada Mantova-Cremona, che rischiano di aggravare ancora di più la situazione. Ricordo che il consumo di suolo ha conseguenze importanti, dall’impoverimento economico del territorio ai problemi relativi al reticolo idrico, senza contare il continuo abbassamento del tasso di autoapprovvigionamento nazionale dei prodotti agroalimentari e l’aumento del riscaldamento globale».

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