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30 Giugno 2021

Da sx, Ireneo e Marco Negrisoli |
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Quando il rispetto e la valorizzazione della tradizione vanno di pari passo con l’innovazione, orientata alla sostenibilità, il risultato non può che essere soddisfacente. Questo è il mantra che ha sempre guidato l’azienda agricola Franzino di Castel Goffredo, dove i fratelli Marco e Ireneo Negrisoli allevano circa 700 tori da carne, e conducono poco meno di 40 ettari di terreno. Una storia, come detto, fatta innanzitutto di tradizione: «Siamo qui da circa 50 anni – spiega Marco Negrisoli - , con mio fratello siamo entrati ufficialmente in azienda nel 1984 e abbiamo fin da subito cercato di apportare quanti più miglioramenti possibili. Nel 2010 il primo passo importante, con l’installazione di un impianto di biogas da 250 Kw, mentre lo scorso anno abbiamo rinnovato le vecchie stalle e messo in funzione un impianto fotovoltaico da 100 Kw». La sostenibilità dunque è alla base della gestione aziendale, con l’impresa che è del tutto autonoma dal punto di vista energetico. Compreso il nuovo impianto automatico per l’alimentazione dei capi, dotato anche di cucina, che risale a gennaio 2018 e consente un grande risparmio di tempi e costi: «Il benessere animale è migliorato notevolmente, i capi sono alimentati in maniera molto più omogenea e puntuale, senza errori di dosaggio nelle ricette. La macchina passa più volte al giorno, e questo elimina qualsiasi fonte di stress negli animali, favorendo un corretto incremento di peso quotidiano. Ora facciamo razioni più mirate per le nostre razze».
All’interno dell’azienda di Castel Goffredo sono presenti esclusivamente incroci francesi, tutti maschi. All’inizio si era puntato solo sulla Limousine, ora sono invece più numerose le razze, che restano in stalla per circa 180-200 giorni. L’attenzione al benessere come detto è altissima, ma quello attuale non è certamente un momento facile per il settore delle carni bovine: «L’aumento dei prezzi delle materie prime ci rende difficile allevare in maniera redditizia. Dobbiamo cercare di andare sempre più incontro alle esigenze dei consumatori, ma al tempo stesso fare massa critica tra noi allevatori, con la creazione di cooperative o consorzi per aumentare il nostro peso nel momento della vendita della carne. Oggi il consumatore cerca un prodotto sano e di qualità, ottenuto nella maniera più sostenibile possibile. In questo modo ne beneficiano anche i guadagni aziendali».
Guadagni che sono favoriti di certo dagli investimenti, come il biogas: «È stato fondamentale per noi – prosegue Marco Negrisoli – sia per gestire al meglio i reflui zootecnici, sia dal punto di vista della redditività. La liquidità ottenuta è stata utilizzata per riammodernare l’azienda. In un certo senso, i miei tori mi hanno spinto ad installare il biogas, e io in cambio ho migliorato sempre di più le loro condizioni grazie ai ricavi. Abbiamo creato un ciclo virtuoso, anche dal punto di vista del digestato. In semina non utilizziamo più concimi chimici, e riusciamo a sfruttare questo ottimo ammendante anche con le aziende vicine, in un raggio di 6 km e con 200 ha coperti».

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