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17 Febbraio 2021

Può un algoritmo francese mettere a rischio l’intera dieta mediterranea? Può, se è quello su cui si basa il sistema di etichettatura degli alimenti “Nutriscore”, la cui adozione è da tempo caldeggiata a livello comunitario. A lanciare il grido di allarme è Confagricoltura: «Il sistema Nutriscore – spiega il presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi – agisce in maniera standardizzata, dividendo gli alimenti che fanno bene e che fanno male tenendo solo conto ad esempio della quantità di zucchero che contengono, ma senza minimamente considerare dosaggi e ritmo di acquisizione di singoli ingredienti e nutrienti».
In questa maniera, viene mostrato il “semaforo rosso” ad esempio all’olio extravergine di oliva, vero e proprio pilastro della dieta mediterranea: «Ogni singolo consumatore ha una sua dieta – prosegue Cortesi – che dipende da stile di vita, stato di salute e frequenza nell’attività fisica. Per superare la parzialità di giudizio del sistema Nutriscore, come Confagricoltura promuoviamo il sistema Battery Pack, che si basa sull’incidenza del cibo nell’alimentazione, non sui singoli cibi. L’etichetta verrebbe pensata come una batteria, e recherebbe l’indicazione di tutti i valori nutrizionali apportati dalle singole porzioni».
Il Nutriscore, paradossalmente, premierebbe invece i cibi “da laboratorio”, quelli cioè, magari di origine sintetica, i cui ingredienti possono facilmente essere aggiustati a tavolino. Tutto ciò a danno di alimenti frutto di culture enogastronomiche secolari, oltre che di tradizioni, territori e clima. Il Made in Italy agroalimentare, e il prezioso lavoro quotidiano di migliaia di imprenditori agricoli, verrebbe messo così a serio rischio da questa tipologia di etichetta nutrizionale.

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