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Innovazione e sostenibilità: all'azienda Magni la svolta è green
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28 Maggio 2020


Davide Magni davanti alla sua nuovissima stalla
Davide Magni davanti alla sua nuovissima stalla
 
Guidare e gestire un’azienda agricola è un compito decisamente importante, che comporta responsabilità e impegno. Farlo a 23 anni, quando la maggior parte dei tuoi coetanei sta ancora ragionando su quale strada prendere per il futuro, è ancora più gratificante: «È sin dalla prima media che ho deciso di intraprendere questo percorso professionale, con grande passione. Si può quasi dire che io sia nato a bordo di un trattore, e me ne sono subito innamorato. La mia famiglia lavora nel settore primario da generazioni, non potevo pensare di interrompere questa tradizione. Portare avanti ciò che è stato costruito prima di me mi dà grande forza». Parola di Davide Magni, 23 anni, che a Gabbiana di Marcaria conduce un allevamento di bovini da latte (conferito alla Latteria San Valentino di Pilastro, per la produzione di Grana Padano) e 60 ha coltivati a mais, frumento da sfalcio e foraggio ed erba medica. Con lui il padre Stefano e il fratello Simone: sono loro tre, dividendosi compiti e lavorazioni come la più organizzata delle squadre, ad occuparsi di lattazioni, fecondazioni, rimonta e vitelli, oltre naturalmente dei lavori in campagna. E l’ingresso in azienda di Davide è coinciso con l’avvio di un piano di sviluppo che ha portato alla costruzione e all’inaugurazione di una nuovissima stalla, dalla capienza massima di 240 capi e con due robot di mungitura, finanziata tramite un Psr seguito e presentato con successo da Confagricoltura Mantova, con importo di poco inferiore ai 2 milioni di euro. Un investimento massiccio, ma che arriva da lontano: «L’idea nasce nel 2014 – spiega Davide – appena dopo l’emissione del bando Psr 2014-2020 e in contemporanea con l’uscita di mio nonno Ernesto dalla gestione dell’azienda e il mio ingresso, ad appena 16 anni. Abbiamo iniziato subito a muoverci per capire come poter allargare la stalla, lo sviluppo a mio parere è l’unico segreto per poter andare avanti». Prima di questa operazione di allargamento, la stalla dell’azienda Magni poteva contare su 70 capi (150 inclusa la rimonta), ed aveva già beneficiato di un contributo regionale per crescere dai 50 capi originari: «È stato allora – continua Davide – che abbiamo iniziato a ragionare sul nuovo investimento, chiuso grazie al grande lavoro degli uffici di Confagricoltura, in particolare del dottor Azzini e del dottor Rossi, che ringraziamo, così come i tecnici dell’Utr Valpadana e il responsabile fidi di Banca Bcc Mantovana, Andrea Giovannini. I lavori sono iniziati all’inizio del mese di luglio 2019 e a gennaio di quest’anno potevamo già inserire i primi animali. Le aziende che ci hanno seguito sono state davvero fantastiche».

La nuova stalla dell’azienda Magni, come detto, ha una struttura da 240 capi, anche se al momento ne contiene 120, di cui 85 in lattazione: «La nostra intenzione è quella di arrivare alla massima capienza, ma con un processo graduale, senza fretta, sfruttando la rimonta interna e l’acquisto di bestiame». All’interno della struttura in ferro, meno ingombrante e ben più aperta rispetto a quella tradizionale in cemento, sono stati installati due robot di mungitura, un’altra scelta nell’ottica della sostenibilità aziendale: «L’ampliamento del numero di vacche ci avrebbe obbligato ad allargare anche la sala di mungitura e ad assumere un operaio in più. Abbiamo optato allora per la scelta dei robot, strumento fondamentale per la zootecnia odierna. La nostra vita e il nostro modo di lavorare sono cambiati radicalmente, ora abbiamo tutte le informazioni sugli animali a disposizione in tempo reale, con un risparmio enorme in termini di tempo e medicinali. L’idea dei robot è stata condivisa da tutti in famiglia, con mio padre che per primo ha affermato come non si possa andare contro il progresso». L’attuale media produttiva è di circa 35 kg per vacca, ma l’obiettivo è di arrivare, tra un anno circa, a 40-42 kg per vacca. Un’altra grande innovazione introdotta è il separatore per il liquame, tramite il quale vengono trattati gli effluenti da allevamento, dividendo la sostanza secca, non digerita dall’animale, da quella liquida: «Con la parte solida – spiega Davide – realizziamo la lettiera delle vacche, operazione che in precedenza ci costava l’utilizzo di almeno 500 balloni di paglia, da acquistare, e un mese di tempo. Abbiamo operato nell’ottica dell’economia circolare, una scelta che sta pagando e della quale siamo estremamente soddisfatti».





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